la mano gioca con il bottone
il respiro fuma al cielo
porta lo sguardo in alto
a mirare il vento travestito
vestito dai camini
hai due capelli grigi nel sorriso
e non so se descrive me o te
il cuore sgomma e sbanda
per ovvie ragioni di tenuta
fa freddo e piove
in questo grigiore
è in ogni caso facile
muovere scintille fra le dita
nei piccoli gesti incontrollati
quel bottone sembra possa scappare
fra le dita di nessuna azione comandata
mentre spieghi sogni con ordine
apri e ripieghi trame di stoffa
una brina leggera che veste nei pensieri
sino a sciogliersi
sino a regalarsi
disperdersi
assorbita
in un cuore di pietra
a volte di carta
domenica 2 dicembre 2012
sabato 1 settembre 2012
solo aria
C'è solo aria
spirito senza sostanza
risuonano corde sulle onde
armonie esplose
fatte a pezzi
libere al vento
si avvicina il morso e rabbia
si piega al veleno e scappa
cade una stella sullo stagno
cede una briciola di se stesso il tempo
un brivido che lecca un coperchio di metallo
scintilla sullo stagno
la rana scappa al gatto
il graffio che si arrende
al balzo leggero
di un giorno stonato
martedì 12 giugno 2012
Sguardo fluttuante
Mi prendi la mano
e cominci a parlare del tempo
prendi il tempo ed inizi a piegarlo
ma come la carta
ad ogni piega
aumenta lo spessore
aumenta la rigidità
lo spazio sacro che delimita il confine
tra il suolo che calpesti
e lo sguardo al cielo che perdi
il tempo rimane leggero
quando il vento lo soffia e lo fa volare
il tempo schiaccia quando è fermo
quando il vento può solo deviare il suo tragitto
quando siamo ancore piantate a terra
l'occhio cade sulla mano
e osserva le strisce del vento
i suoi percorsi paralleli
osserva nel profumo dell'anima
l'infinità di particelle
l'ombra del solco
il sapore sulla lingua
il pizzicare in fondo al naso
ora c'è questo minuscolo bigliettino
da aprire e forse conservare
da aprire e scoprire
quante facce e quante schiene
quanti strati e chi li ha piegati
venerdì 11 maggio 2012
sorda dipendenza
Un passo sopra l'altro
su quel filo teso elettrificatto
magnetico nel suo smarrire
una bussola manomessa
con un chiodo piantato da sotto
senti fra le dita
la sua testa piatta
e fingi di non vederla
di non leggerla nel suo rovescio
un accordo di cattività
per un quieto ospizio intelettuale
ma le mani iniziano a ferirsi
i sorrisi ad infrangersi
i piedi vorrebbero correre
percorrono le scale
fino al letto
fino al fondo
fino al sonno
che ti sveglia sognando di correre
giovedì 26 aprile 2012
il ricatto del dovere
quanta luce non c'è
all'ombra della polvere
così pallida da oscurare il cielo
la mano sposta uno strato intero
lo sguardo distorto si stende al vetro
nel tuo respiro che fa male
un manto di tenebra
nel dito rivolto al destino
una sbirciata stanca e vaga
mentre vago anch'io
mi perdo anch'io
mi schiaccio senza espressione
nel calcolo di una variabile
aggrappati al presente
a sperare in fondo al cuore
in un rapido futuro
sabato 25 febbraio 2012
punta che graffia
Questa strada che percorro a volte
manca di qualcosa
manca di una insegna
una traccia visibile
una indicazione solo per me
c'è una linea tratteggiata
in cui fermarsi
il punto esatto
dove lasciarsi sorpassare
sedersi in riva al fosso
restare ad osservare
il lato che non scorre
quella che non vedi di me
è la parte più vera
quello che non senti di me
è la voce sincera
il verso libero di un contatto
la parte più elettrica
le punte delle dita
la punta che graffia la gommalacca
e il suono che gracchia
manca di qualcosa
manca di una insegna
una traccia visibile
una indicazione solo per me
c'è una linea tratteggiata
in cui fermarsi
il punto esatto
dove lasciarsi sorpassare
sedersi in riva al fosso
restare ad osservare
il lato che non scorre
quella che non vedi di me
è la parte più vera
quello che non senti di me
è la voce sincera
il verso libero di un contatto
la parte più elettrica
le punte delle dita
la punta che graffia la gommalacca
e il suono che gracchia
lunedì 30 gennaio 2012
l'espressione della strada
copriti di quello che sei
e che hai
del bianco sporco
appeso al collo
il capo toccato dalla luce
rigettato nei miei occhi
a chiedere cosa sei
sei bianco segnato
opaco e ruvido
la carezza è un solletico
da dividere a metà
e che hai
del bianco sporco
appeso al collo
il capo toccato dalla luce
rigettato nei miei occhi
a chiedere cosa sei
sei bianco segnato
opaco e ruvido
la carezza è un solletico
da dividere a metà
mercoledì 11 gennaio 2012
Onde nella spiaggia
Quanti fili scorrono...
bagnati lungo la schiena
stopposi sulle braccia.
Mordo il tuo sorriso
un frutto lento e profumato.
Sento i capelli dentro i miei sensi
appoggiati e stanchi
in un flusso continuo di silenzio
uno srotolarsi progressivo di intenzioni e segreti.
Un vecchio maglione da risolvere
preso fra le mie mani
la tua a tirare senza inciampare
l'altra a scrivere al vento.
La trama si scioglie poco alla volta
la luna risplende scampata alla tela del ragno
bagnati lungo la schiena
stopposi sulle braccia.
Mordo il tuo sorriso
un frutto lento e profumato.
Sento i capelli dentro i miei sensi
appoggiati e stanchi
in un flusso continuo di silenzio
uno srotolarsi progressivo di intenzioni e segreti.
Un vecchio maglione da risolvere
preso fra le mie mani
la tua a tirare senza inciampare
l'altra a scrivere al vento.
La trama si scioglie poco alla volta
la luna risplende scampata alla tela del ragno
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